Oltre 650 muscoli, oltre 200 tendini e più di 200 ossa, il corpo umano è un vero e proprio capolavoro. Pensarlo diversamente sia nella struttura che nella funzionalità è impossibile,  è una vera macchina perfetta di bioingegneria.

Dai tempi dei tempi che l’uomo è affascinato dalla bellezza di tale meraviglia, e pur disponendo di pochissimi strumenti, si è sempre impegnato e spinto a studiare nel dettaglio il corpo umano ammirato dalla curiosità di “scoprire” tale “miracolo”. Il corpo umano è composto da 6 straordinari sistemi o apparati principali: nervoso, scheletrico, muscolare, respiratorio, circolatorio, digerente. Ciascuno dei quali rappresenta esso stesso a sua volta un miracolo formato da organi, l’uno più prezioso e perfetto dell’altro.

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Ogni 6 (più uno) anni circa il 100% delle nostre cellule si rinnova completamente in modo autonomo, senza alcuno sforzo da parte nostra. Non ci chiedono nulla, lo fanno e basta, senza un lamento e senza una critica alla nostra coscienza. Fanno tutto questo al meglio delle loro possibilità secondo tre fattori guida determinanti: ciò che mangiamo, ciò che facciamo in termini di attività fisica e ciò che pensiamo. In questo senso il corpo è una macchina unica, capace di adattarsi completamente alle nostre richieste, nessun altra macchina è capace di fare ciò.

GRASSO E PANCIA – Anche un corpo fuori forma in sovrappeso con adipe o con una “pancia” importante è frutto di un meccanismo perfetto, una gestione della vita disordinata genera nell’organismo un adattamento con accumulo in automatico delle calorie ingerite in eccesso e lo “sportello pattumiera salvavita” è proprio l’antiestetica pancia. Così come il sovrappeso, anche il grasso è uno straordinario meccanismo perfetto, è nostro ma non ci identifica, è solo uno strumento provvisorio, per questo sbagliamo quando ci riconosciamo in lui. È sbagliato dire “io sono grasso” è corretto dire “io ho del grasso”, ovvero ho momentaneamente attivato questo meccanismo che mi salva la vita, ma è qualcosa di assolutamente reversibile, basterebbe attivare la volontarietà dei muscoli scheletrici e a parità di vita, calore prodotto e grasso bruciato verrebbe a nostro vantaggio.

LA CONTRAZIONE PER CORRERE – Il sistema muscolare compone il nostro corpo per il 40% della totalità ed è suddiviso da muscoli volontari, cioè dipendenti dalla volontà di farli funzionare, e quelli involontari, contrazione autonoma. Nello specifico il muscolo scheletrico è un vero e proprio motore, in grado di convertire l’energia chimica in energia meccanica, l’azione sulle leve (sistema scheletrico) genera fino a circa un 50% di calore, questo complesso meccanismo è la contrazione muscolare. Nella corsa ciclica, continua e costante la contrazione si suddivide in due fasi, concentrica o positiva, quando il muscolo si accorcia sviluppando tensione e forza, fase eccentrica o negativa quando il muscolo produce forza e tensione allungandosi.

GLI INFORTUNI – In quest’ultima circostanza che avvengono generalmente gli infortuni dell’atleta, è il momento più delicato e fragile della contrazione, le fibre si allungano contrapponendo una forte tensione. Per prevenire queste spiacevoli circostanze dobbiamo lavorare con la nostra bio macchina nel miglior modo, ci sono molte esercitazioni che preparano la struttura muscolo scheletrica al meglio oltre ovviamente al fatto che la cura nella programmazione ciclica progressiva e graduale deve essere d’obbligo. Anche gli infortuni non sono dettati dal caso o dalla continua sfortuna, ma sono campanelli di allarme che qualcosa nella programmazione va cambiato…

SCEGLIAMO CHI ESSERE – C’è un altro eccezionale dono, forse il più grande che ci sia stato concesso insieme al corpo, ovvero il “libero arbitrio di scegliere”, dono che non hanno gli animali né tantomeno le piante. Questo straordinario mix tra “macchina umana ad alto potenziale” e “libertà di comando” ci mette nella privilegiata posizione di essere una sorta di “Amministratore Delegato” o addirittura “Presidente del Consiglio” di noi stessi, dove nel primo caso, il corpo rappresenta ”l’Azienda” e le singole cellule i “Dipendenti” mentre nel secondo caso, il “Paese” e i relativi “Cittadini”. Pertanto la giusta programmazione preventiva agli infortuni e la giusta dose di attività motoria alla fine di ogni ciclo è fondamentale, e nessuno potrà giudicare se non il nostro personale “Amministratore o Presidente”, con cui potremo congratularci o lamentarci e, immaginando di poter decidere, rinnovargli o meno l’incarico.

Non è mai tardi per rinnovare il nostro “Amministratore o Presidente” non certo cedendo il comando a qualcun altro o aggrappandoci all’alibi della sorte continuamente avversa, ma semplicemente ricordandoci che, quando siamo nati, accettammo noi “l’incarico” di prenderci cura della straordinaria perfezione e potenzialità iniziale che il nostro corpo ha a disposizione.

 

Dott. Andrea Giocondi, allenatore Atletica Leggera – Atleta azzurro e Olimpico Atlanta 96

Medaglia d’argento al valore atletico

Source: Corriere dello Sport

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